Si è svolta venerdì 13 aprile, alle ore 15.30, presso la sede operativa del CSV Asti (via Brofferio, 110) la conferenza "Quando il cane ci è d'aiuto" organizzata dall'APRI, Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti, sezione di Asti, associazione di volontariato che, dal 1991, riunisce e rappresenta persone con disabilità visiva, di tutto il territorio della regione Piemonte, promuovendo azioni di sensibilizzazione e di ricerca contro le principali patologie oculari.
L'iniziativa, ideata con lo scopo di informare e sensibilizzare sulle problematiche connesse all'autonomia dei disabili visivi accompagnati da cani guida, ha avuto grande partecipazione di pubblico.
Tra i presenti, Sua Eminenza Monsignor Vescovo Francesco Ravinale, il prof. Paolo Debenedetti ed una rappresentanza delle forze dell'ordine di Asti.
Ha introdotto i lavori il direttore del Centro Servizi, Carlo Picchio che, nel dare il benvenuto ai presenti, ha rimarcato il convinto e coerente impegno dell'A.P.R.I. nel proporre opportunità formative e divulgative a sostegno delle persone ipovedenti e non vedenti. I relatori Davide Ballabio, addestratore Lions Limbiate, e Gianni Saracco, veterinario, hanno analizzato diversi aspetti inerenti l'utilizzo del cane guida, dalle modalità di addestramento, alla legislazione vigente, alla sua incidenza sulla vita sociale del non vedente.
Il veterinario ha inoltre illustrato ai presenti le modalità e le tecniche che un non vedente può tranquillamente adottare, mediante il tatto o l'olfatto, per la cura ed una anamnesi sommaria che consenta il riconoscimento di eventuali difetti e/o anomalie presenti nella corporatura del cane.
E' stato più volte ribadito dai relatori, quanto sia importante instaurare un rapporto di "fiducia", tra il non vedente, l'addestratore del cane ed il veterinario.
Interessante la testimonianza di Renata Sorba, coordinatore della sezione di Asti dell'A.P.R.I., che ha parlato delle difficoltà più frequenti incontrate negli spostamenti nel tessuto urbano di Asti con il suo Rudy, Labrador cane guida, ma anche di un intenso rapporto affettivo.
"Grazie alla sua presenza e al suo accompagnamento - spiega - sono riuscita a riconquistare, cosa importantissima, la mia indipendenza e libertà di frequentare occasioni e luoghi da me preferiti. Faccio fatica ad intraprendere un'attività o anche un semplice gesto giornaliero senza impugnare il maniglione ed organizzarmi per averlo con me. Trascorriamo molto tempo insieme a casa, sul lavoro, in tutti gli altri spazi di vita relazionale. Tante sono state le iniziative che personalmente ho promosso per sensibilizzare la cittadinanza sul cane guida, ma mi rendo conto che non è stato fatto abbastanza per evitare disagi, veti ed episodi di intolleranza. Il cane guida non deve essere concepito come un animale a quattro zampe che disturba o crea disagio all'ambiente e alle persone, ma come parte integrante del non vedente che lo utilizza."
Il cane guida è tra i più utili strumenti d'aiuto alle persone con disabilità visiva, ed è quindi importante non solo saperlo riconoscere ma anche conoscere gli aspetti principali che riguardano il suo utilizzo come ausilio.
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Asti: successo di partecipazione alla conferenza dell’apri “Quando il cane ci è d’aiuto”
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