A proposito della ormai nota lettera dei ventisette utenti del Centro di Riabilitazione Visiva eporediese ribadiamo la nostra posizione che non intende assolutamente entrare nel merito delle gravi affermazioni contenute nella missiva. In qualità tuttavia di osservatori esterni, e di destinatari, sia pure per conoscenza, non possiamo esimerci da alcune considerazioni, alla luce soprattutto degli atti ufficiali e delle reazioni manifestatesi nei giorni successivi.
La prima considerazione, davvero importantissima, è relativa al fatto che la medesima dirigenza ASL ammette chiaramente, e lo ribadisce nel comunicato del 29 luglio, che i servizi di riabilitazione domiciliare sono stati sostanzialmente sospesi dal dicembre 2014.
Ecco infatti quanto si legge testualmente sull'autorevole periodico locale "La Sentinella del Canavese" in data 22 luglio u.s.:
"Gli interventi domiciliari di riabilitazione alla mobilità, effettuati dal Centro, non sono stati sospesi, semplicemente gli interventi avviati sono stati conclusi e attualmente, da parte del Servizio di oculistica competente, non ne sono stati richiesti altri"
Una ammissione davvero sconcertante, che conferma pienamente la denuncia degli utenti. I dirigenti si difendono affermando che tali servizi devono essere richiesti e che, se lo saranno in futuro, verranno certo concessi. Ma..., ci chiediamo, come si fa a chiedere un servizio di cui nessuno parla e sul quale non esiste informazione alcuna?
Il comunicato ASL del 29 luglio inoltre, nel comprensibile tentativo di difendere l'operato del precedente direttore generale, afferma che gli interventi domiciliari non sarebbero previsti esplicitamente nella convenzione. La cosa però non è vera e la nostra associazione è in possesso di documenti ben precisi in merito che attestano esattamente il contrario.
Gli interventi domiciliari, in ogni caso, sono l'anima stessa della riabilitazione visiva. Quando una persona si trova improvvisamente a fare i conti con una disabilità visiva acquisita, ha immediatamente e prioritariamente bisogno di riappropriarsi dei propri spazi vitali: la casa, gli utensili, eventuali risistemazioni o riordino di suppellettili, i percorsi per raggiungere le destinazioni più frequenti nella sua vita, l'accesso ai mezzi pubblici più vicini all'abitazione ecc.
Un Centro di Riabilitazione certo può fare tante altre belle cose ma, se manca nell'essenziale, è come un laboratorio analisi che in otto mesi non abbia praticato neppure un prelievo...
E i responsabili ASL, davvero scandaloso, hanno sostanzialmente confermato la denuncia dei pazienti.
Ma la questione ancor più grottesca la ritroviamo nel comunicato di reazione diffuso dalla sezione provinciale di Torino della UICI. In realtà si tratta della solita "trombonata" dai toni roboanti e tesi unicamente ad intimidire coloro che hanno osato contestare i metodi e le competenze di lor signori.
Non ci sarebbe dunque alcun motivo di soffermarsi su tale testo se non, ci si passi l'impudenza, per un piccolo particolare rivelatore quanto meno della scompostezza di una simile reazione.
Presi infatti dalla foga intimidatoria e forcaiola contro i sottoscrittori della lettera, gli estensori del comunicato UICI se ne escono, ad un certo punto, con le seguenti parole:
"Nei prossimi giorni chiederemo all'ASL di effettuare accurate verifiche e, qualora dovessero emergere scorrettezze da parte dei soggetti coinvolti nelle prescrizioni passate, non esiteremo ad informare la magistratura, anche perché in ballo c'era l'impiego di soldi pubblici".
Ebbene: se l'obiettivo erano quei "cattivoni" dei firmatari..., come del resto appare evidente da tutto il contesto del comunicato, bisogna proprio constatare che i dirigenti UICI-Torino hanno completamente sbagliato bersaglio, come il famoso artigliere citato nell'inno dei paracadutisti "E gira gira l'elica...": "mira a ponente e spara a levante!".
Ricordiamo dunque loro, ed ai pazienti sottoscrittori, che gli unici responsabili della procedura per la fornitura di materiale protesico da parte delle ASL sono il medico prescrittore che firma le modulistiche, e l'Ufficio Protesi che successivamente ne autorizza i preventivi.
Poiché ne il primo, ne il secondo sono mutati fra la precedente e l'attuale gestione..., ne deduciamo che evidentemente i signori della UICI intendono denunciare l'oculista responsabile del centro o il funzionario dell'ufficio protesi eporediese, cioè le persone con cui stanno amabilmente collaborando, almeno si spera, da circa otto mesi.
Il clamoroso auto-goal è del resto ben evidenziato anche dal comunicato ASL del 29 luglio che ribadisce pienamente tali concetti e prende decisamente le distanze dalla posizione espressa dalla UICI.
Anche qualora dunque, e non lo crediamo, si fossero mai verificate anomalie o interpretazioni scorrette, i pazienti possono dormire certamente sonni più che tranquilli. I disabili, del resto, possono benissimo permettersi anche di essere ignoranti in diritto amministrativo; essi espongono i loro bisogni e le richieste che, a loro parere, potrebbero contribuire a risolverli o ad attenuarli. Sono poi i personaggi sopra citati che hanno il dovere di ricondurre le richieste nell'ambito delle normative vigenti a livello nazionale, regionale e di singola ASL.
Questa uscita dunque, oltre che essere un clamoroso auto-goal, conferma, una volta di più, l'atteggiamento scorretto dei dirigenti UICI, teso a spaventare le persone semplici facendo leva su presupposti giuridici del tutto insussistenti.
Ci fermiamo qui. Molte altre considerazioni si potrebbero formulare a partire da come possa avvenire che un ente concessionario, e pertanto meramente esecutivo, possa emettere un comunicato stampa concernente un servizio pubblico senza averlo prima concordato con l'ufficio comunicazione ASL.
ma queste ed altre considerazioni ce le riserviamo, eventualmente, per la prossima volta. Per ora auguriamo buone ferie a tutti gli ipovedenti, ed ai canavesani in particolare. Speriamo che le vacanze portino un po' di equilibrio e giustizia a tutti i livelli.
Marco BONGI