La recente crisi politica che sta investendo, dalla scorsa estate, l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti spinge verso i nostri lidi "profughi" e "migranti" in quantità: delusi, arrabbiati, nauseati di ogni genere e provenienza. La cosa non può che lusingarci ma, a tal proposito, è bene fare qualche precisazione.
Si può certamente aderire ad APRI-odv pagando una tessera e portando il proprio contributo di idee. Occorre tuttavia essere ben consapevoli che la nostra associazione si caratterizza per uno stile, una modalità operativa e un atteggiamento assai diverso rispetto alle cosiddette "organizzazioni storiche". Chi, tanto per fare chiarezza, pensasse di trovare da noi il modello dei "contributi statali" di funzionamento o i gettoni di presenza spesso elargiti altrove, rischierebbe di rimanere deluso e spiazzato. Lo stesso dicasi per l'organizzazione elefantiaca e burocratica, lo stucchevole paternalismo dei dirigenti e il quasi sistematico rifiuto del lavoro in rete con altri partner e strutture.
Non diventeremo dunque, nè ora, nè in futuro, un ricovero per trombati od esclusi di ogni genere. Ciò premesso siamo assolutamente aperti a tutti coloro che vogliano mettersi in gioco rimboccandosi le maniche e, soprattutto, a chi sappia trarre dalla lezione vissuta un sincero ripensamento, non tanto sulle singole persone, quanto sul valore del pluralismo associativo e sul primato dell'azione rispetto all'autoperpetuarsi della struttura. Pensateci bene allora..., e venite quando sarete pienamente convinti.