E' stato spedito, nei giorni scorsi, il n. 43 della nostra rivista ufficiale "Occhi Aperti". Questo fascicolo contiene, come sempre, numerosi articoli di approfondimento fra cui segnaliamo: la fotobiomodulazione nel trattamento della maculopatia secca di Claudio Pisotti, l'intervista al dott. Romolo Protti, primario di oftalmologia all'Ospedale di Domodossola, la descrizione dell'arazzo "Il chitarrista cieco" di Francisco Goya, la recensione del film iraniano "Sab, Dakheli Divar" di Aurora Mandato, la vita del poeta quattrocentesco Niccolò cieco da Arezzo, e altri articoli molto interessanti. Come sempre trovate sul sito internet il PDF accessibile e, sul canale Youtube, l'audio-lettura dei pezzi più rilevanti. Chi desiderasse inoltre copie aggiuntive della rivista potrà ritirarle presso la sede centrale del sodalizio o nelle sezioni decentrate.
Riportiamo, quì di seguito, il testo dell'editoriale scritto da Marco Bongi:
"Summum Jus summa iniuria" dicevano i latini e, con questa espressione, volevano sostanzialmente indicare come l'eccesso di legalismo, con tutti i contorti cavilli nascenti dall'accavallarsi disordinato delle norme, finisce inevitabilmente per generare incertezza, paura e infine ingiustizia. Più o meno i medesimi concetti furono enunciati dal grande scrittore Alexander Solgenicyn quando, nel suo romanzo "Arcipelago Gulag" sottolineava come l'estrema complessità delle leggi sovietiche era spesso decisamente voluta allo scopo di renderle praticamente inapplicabili. Così facendo diventava assai facile sanzionare i nemici, che sempre avrebbero finito per essere, in qualche modo, inadempienti mentre, per gli amici, si sarebbe potuto facilmente trovare un'interpretazione compiacente oppure semplicemente non li si controllava.
Questi pensieri, forse eccessivi ma non certo inopportuni, mi si sono affacciati alla mente, in questi ultimi mesi, allorquando abbiamo dovuto necessariamente confrontarci con la nuova disciplina del cosiddetto "Terzo Settore" con la conseguente istituzione del Registro Unico Nazionale. I dubbi e le incertezze, a tal proposito, sono moltissimi ma, ciò che soprattutto stupisce, e la mancanza di esperti preparati e di consulenti in grado di orientare i responsabili delle varie associazioni. Se si pone infatti, come è capitato a noi, la stessa domanda a più di uno di costoro si ricevono risposte sempre diverse, spesso contraddittorie e comunque inevitabilmente disorientanti. Certo, ribattono i soliti soloni: la legge è la legge, non ammette ignoranza!
D'accordo miei cari, vorrei rispondere, non voglio essere ignorante ma pretendo, da cittadino libero e consapevole, che qualcuno me la insegni, la vostra legge, senza ambiguità e lacune.
APRI-odv, in ogni caso, è riuscita ad iscriversi con successo al cosiddetto RUNTS, ha depositato entro i termini i documenti contabili e, almeno fino ad ora, non ha ricevuto contestazioni di sorta. Tutto bene allora? Lo speriamo vivamente ma... quanta fatica, preoccupazioni, spese e stress sostanzialmente inutili. Se lo Stato intende dunque incentivare il volontariato in questo modo credo proprio che stia sbagliando nettamente strada.
Marco Bongi
