Sono stati recentemente pubblicati, al congresso ARVO 2022, i risultati incoraggianti di uno studio randomizzato e a doppio cieco, portato avanti per due anni da sette centri di ricerca negli Stati Uniti.
Nella sperimentazione è stata utilizzata, su pazienti con Malattia di Stargardt in fase atrofica, una compressa contenente la molecola ALK-001, una vitamina A modificata chimicamente e dunque in grado di evitare i depositi tossici che questa sostanza solitamente produce a carico della retina. Dalla pubblicazione si evince che il trattamento avrebbe causato un notevole rallentamento nella progressione della patologia. Non si segnalano tuttavia miglioramenti nel visus. Si cercherà ora di allargare la terapia anche a soggetti in fase meno avanzata e quindi potenzialmente più recettivi. Non esistono attualmente cure specifiche per la Malattia di Stargardt anche se numerosi progetti di terapia genica sono allo studio.