In campo oculistico segnaliamo un contributo sull'optogenetica del dott. Mario Vanzetti, l'intervista alla nota oculista veronese Grazia Pertile, un approfondimento sull'atrofia girata della coroide e una trattazione sulla terapia genica PROQR di Claudio Pisotti e Luca Colombo. Sul piano culturale sono presenti invece un'intervista allo scrittore non vedente Roberto Turolla di Valter Perosino, la rievocazione del poeta rinascimentale Francesco cieco da Ferrara e un pezzo sul romanzo d'appendice ottocentesco "La cieca di Sorrento". La rivista è stata già caricata, in formato PDF accessibile, sul sito internet www.ipovedenti.it e sarà prossimamente disponibile anche in versione audio-lettura sul canale YouTube. Chi desiderasse inoltre avere altre copie cartacee potrà ritirarle gratuitamente presso le nostre sedi.
Pubblichiamo, quì di seguito, l'editoriale di Marco Bongi che apre la rivista.
La notizia, giuntaci lo scorso novembre, che il Torino Film Festival, dopo sette anni di iniziative sull'accessibilità a favore delle persone disabili, non aveva più inserito, nel programma 2021, nessuna proiezione audiodescritta, ci ha sicuramente stupiti e amareggiati. Abbiamo pertanto protestato insieme all'associazione "Più Cultura Accessibile" e ad altre organizzazioni operanti nel settore.
Anche se poi la questione si è parzialmente risolta positivamente, dobbiamo tuttavia, a mio parere, tornare ad interrogarci seriamente sul ruolo attribuito alla cultura, e soprattutto alla cultura cinematografica, all'interno della nostra categoria che comprende gli ipovedenti e i non vedenti.
Avevo già trattato sinteticamente questo argomento nell'editoriale del n. 37 di questa rivista. Allora mi compiacevo del fatto che molti non vedenti si stavano dedicando alla scrittura di libri. Oggi, al contrario, osservo un certo distacco dei medesimi dal mondo dello spettacolo: teatro e cinema soprattutto, forse un po' meno dalla musica.
Si tratta, in parte, di un fenomeno comprensibile. Il cinema è un'arte basata soprattutto sull'immagine, per recarsi nelle sale di proiezione bisogna muoversi nella città fra pericoli, barriere e luoghi sconosciuti, molte pellicole possono essere fruite anche comodamente a casa tramite la TV, il computer o i CD-audio.
Eppure, dopo aver enunciato e analizzato tutte queste attenuanti... rimane ancora l'amaro in bocca e la netta sensazione che i disabili visivi preferiscano sostanzialmente altri passatempi.
Diventa allora quanto mai urgente ribadire con forza il concetto che la cultura, in qualunque ambito, e ancor meglio se ad ampio spettro, è stata e rimarrà anche in futuro, uno dei fattori più potenti di un'autentica integrazione sociale. Il non vedente che sappia parlare, discutere, argomentare, e magari aiutare gli altri ad interpretare un testo, un algoritmo, un documento, sarà sicuramente cercato e non soltanto compatito. Ricordiamolo sempre. Anche per questo sul nostro giornale pubblichiamo spesso articoli impegnativi e in grado di stimolare il dibattito. Il cinema rientra, a pieno titolo, in questa formazione culturale a tutto tondo. Dobbiamo esserne pertanto consapevoli e, anche noi che non possiamo vederne le immagini e i colori, sentirci protagonisti e non solo comparse.
Marco BONGI