Nel 2021 ricorrerà il trentesimo anniversario della scomparsa del grande oftalmologo ceco-elvetico Hans Goldmann (1899 - 1991). Il suo nome ricorre assai spesso, ancor oggi, negli ambulatori e negli studi oculistici.
Portano infatti l'appellativo "di Goldmann" parecchi strumenti da lui inventati o perfezionati: la lampada a fissura, il tonometro di Goldmann, il perimetro manuale di Goldmann, la lente a tre specchi ecc. I pazienti si trovano, dunque, spesso ad orecchiare il nome del grande oftalmologo, ma ben pochi sanno qualcosa sulla sua vita ed attività. Egli nacque a Chomutov, nell'attuale Repubblica Ceca, nel 1899. Studiò presso il locale Liceo dei Gesuiti e poi all'Università Carolina di Praga. Era dotato, fin da piccolo, di una prodigiosa memoria, tanto da poter ripetere, dopo averlo letto una sola volta, tutto il primo canto dell'Iliade. Si racconta che era, soprattutto, appassionato di astrofisica, ma che si convinse a specializzarsi in oftalmologia perché tale scienza, a parere dei famigliari, presentava una maggiore utilità pratica per la vita quotidiana. Dopo aver lavorato a Praga per cinque anni, si trasferì a Berna, nel 1924, svolgendo l'attività di assistente del famoso oculista svizzero August Siegrist. Dopo qualche anno, succedette al maestro e diventò così Direttore della Clinica Oculistica Universitaria di Berna. Iniziò così una lunga e luminosa carriera accademica che si concluse solo nel 1968. Fra le numerose ricerche che portò avanti, vi furono importanti studi sulla patogenesi della cataratta. In tale ambito si ricorda, soprattutto, una celebre disputa circa l'origine della cataratta da energia radiante, anche detta "dei soffiatori di vetro". Il prof. Alfred Vogt, direttore della Clinica Universitaria di Zurigo, sosteneva che l'opacizzazione del cristallino fosse causata principalmente dall'assorbimento diretto dei raggi infrarossi mentre Hans Goldmann era convinto che l'energia radiante giungesse alla lente tramite l'iride. Intorno agli anni '80 infine, dopo numerose verifiche sperimentali, si stabilì che, in un certo senso, avevano ragione entrambi. Il nostro professore si interessò molto anche di uveite e glaucoma, ottenendo risultati molto significativi su entrambi i fronti. Grazie, inoltre, alla collaborazione con la società "Haag-Streit Holding ag", egli riuscì a progettare numerosi strumenti tecnologici innovativi. Migliorò notevolmente la lampada a fessura, inventata, nel 1911, da Allvar Gullstrand. Nel 1954 presentò, per la prima volta, il tonometro che ancor oggi porta il suo nome. Si trattò indubbiamente di un passo avanti fondamentale per la misurazione della pressione oculare e per il monitoraggio del glaucoma. Risale invece al 1959 l'invenzione della lente a contatto con tre specchi che consentiva una misurazione precisa e non invasiva dell'angolo irido-corneale. Molti retinopatici ricorderanno, inoltre di essere stati più volte sottoposti, fino a qualche decennio fa, all'esame del campo visivo con il perimetro manuale di Goldmann. Questo dispositivo fu sviluppato negli anni '40 e consentiva di valutare meglio, rispetto ai sistemi precedenti, le alterazioni del campo visivo periferico tipiche della retinite pigmentosa. Oggi, con l'avvento dei computer, questo metodo appare ormai superato, ma non è difficile trovare, ancora ai giorni nostri, alcuni esemplari del campimetro manuale in studi oculistici privati e pubblici.