L'Istituto di Oftalmologia Molecolare e Clinica di Basilea, in collaborazione con il Centro di Studio sui Primati di Gottinga e l'Università di Budapest, sta conducendo un'interessante ricerca sperimentale che mette insieme possibili terapie geniche e stimolazioni di raggi infrarossi.
Il razionale di questo lavoro consiste nel tentativo di riattivare i fotorecettori retinici tramite una stimolazione di luce infrarossa dopo aver somministrato, solo a livello oculare, un DNA modificato che consentirebbe di rendere i fotorecettori medesimi sensibili a questo tipo di luce. Così come fanno, ad esempio, alcuni pipistrelli e serpenti. La corteccia cerebrale potrebbe infatti essere in grado di elaborare anche segnali nello spettro dell'infrarosso. La metodica, comunque ancora allo stadio iniziale di sviluppo, si avvarrebbe di tre elementi principali: il DNA modificato, un nanorod d'oro ed un particolare anticorpo. Le sperimentazioni, già pubblicate sulla prestigiosa rivista "Science", si stanno sviluppando, per ora, solo a livello di topi e su retine umane prelevate da cadaveri. La strada appare dunque ancora molto lunga ma questi progetti vanno comunque seguiti come altri simili di cui parleremo prossimamente.