Il 7 febbraio scorso moriva a Wuhan, in Cina, l'eroico medico Li Wenliang, colui che per primo lanciò l'allarme sui pericoli del cosiddetto Coronavirus. Egli non era un virologo, non era uno pneumologo, e neppure un epidemiologo. il dott. Li era un giovane oculista ospedaliero, come ne conosciamo tanti operando all'interno di un'associazione costituita da disabili visivi.
Ma il coraggioso oftalmologo aveva evidentemente una cultura scientifica e un intuito professionale che andavano ben oltre il bulbo oculare.
Poco sappiamo infatti sulla sua attività ma certo possiamo supporre che fosse ben voluto dai pazienti. Pare che i primi sospetti sulla pericolosità del Coronavirus gli fossero sorti osservando un particolare tipo di congiuntivite che poi tendeva ad ampliarsi e a coinvolgere il sistema respiratorio.
Egli non esitò a dichiarare pubblicamente i suoi timori e subì, per questo motivo, un richiamo ufficiale da parte dei superiori. Tornato comunque in corsia, contrasse lui stesso il morbo precedentemente scoperto, e morì, alla giovane età di trentaquattro anni, assistendo e curando i malati. La nostra associazione, che si onora di collaborare con tanti medici validi e generosi, non può pertanto esimersi dal ricordarlo con riconoscenza e dall'indicarlo come luminoso esempio a tutti i sanitari.
Come sarebbe bello se ci fossero tanti oculisti così anche da noi!
Marco Bongi