SCIENZA: LE INTERRELAZIONI FRA VISTA ED UDITO
Riportiamo, qui di seguito, un'interessante nota Ansa del 5 febbraio. Ne uscirebbe confermata, da tale studio, la cosiddetta "teoria delle compensazioni sensoriali", generalmente criticata dai moderni tiflologi ma, in ogni caso, affascinante e forse ancora meritevole di indagini approfondite.
(ANSA) - ROMA, 5 FEB -
Un giorno per ottenere almeno per un periodo ristretto un 'superudito' e sentire suoni anche difficilmente percettibili potrebbe bastare tenere gli occhi
chiusi o stare al buio per qualche giorno.
Lo suggerisce uno studio su topolini pubblicato sulla rivista Neuron: gli animali sono stati tenuti al buio per una settimana per simulare una condizione di temporanea cecità e questo ha consentito di potenziarne l'udito per alcune settimane.
Secondo Hey-Kyoung Lee della Johns Hopkins University di Baltimora questa ''terapia del buio'' è in grado di modificare i circuiti cerebrali che ci permettono di percepire i suoni e che
sono intimamente interconnessi - guarda caso - con i circuiti neurali della visione.
E' noto da parecchi studi che le persone non vedenti hanno in genere migliori capacità uditive e grandi cantanti non vedenti come Stevie Wonder, Ray Charles e Andrea Bocelli sono un esempio lampante di come perdere un senso permetta di potenziarne un altro, in un cero senso 'donandogli' un 'udito da musicisti'.
Gli esperti hanno voluto vedere cosa succede in animali adulti quando si inibisce un senso - la vista. Benché adulto, il loro cervello è risultato ancora malleabile e i circuiti della
corteccia uditiva primaria sono risultati modificati; con essi l'udito dei topolini, rimasto potenziato per alcune settimane dalla 'terapia del buio'.
Adesso bisogna capire se questo tipo di approccio può essere usato in modo da rendere permanente il potenziamento dell'udito.