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Nuovo modello di "occhio bionico"

10-09-2012 | Categoria Medico scientifico

Riportiamo integralmente la nota ANSA relativa all'impianto di un nuovo tipo, più avanzato, di "occhio bionico" o "retina artificiale". Come è noto già esistono alcuni modelli di protesi retiniche sviluppate in Europa e negli Stati Uniti. Questa, costruita in Australia, sembra più evoluta perchè sarebbe in grado di stimolare direttamente le cellule cerebrali. Consigliamo tuttavia la massima prudenza anche perchè gli impianti di questo tipo non sono scevri da effetti collaterali e il tipo di visione prodotto è ancora molto primitivo. Al termine della nota abbiamo anche inserito un link col quale potrete visionare un breve filmato realizzato da "Repubblica.tv".

(ANSA) - SYDNEY, 30 AGO - Specialisti australiani hanno impiantato con successo il prototipo di un occhio bionico in una donna affetta da una profonda menomazione visiva, retinite pigmentosa, una condizione ereditaria. E' la prima volta al mondo che un simile congegno viene impiantato dietro la retina.

La donna, Dianne Ashworth, ha riacquistato in qualche misura la vista quando il prototipo, impiantato in maggio nell'ospedale per gli occhi e le orecchie di Melbourne, e' stato attivato il mese scorso. Il congegno a 24 elettrodi e' stato progettato, costruito e testato da un'equipe del Bionics Institute ed e' stato inserito dalla specialista oculistica Penny Allen.

''Abbiamo impiantato un congegno in posizione dietro la retina, dimostrando la fattibilita' del nostro approccio'', ha detto Allen. L'occhio bionico e' stato attivato e stimolato solo dopo che l'occhio aveva completamente recuperato dopo l'operazione, ha spiegato. ''Non sapevo cosa aspettarmi, ma d'improvviso ho potuto vedere un piccolo lampo. E' stato incredibile'', ha detto oggi la signora Ashworth. ''Ogni volta che il congegno era stimolato, una forma diversa mi compariva davanti all'occhio''. I ricercatori del Bionics Institute lavorano ora con la paziente per determinare cosa vede ogni volta che la retina e' stimolata, in cerca di regolarita' di forme, di luminosita', grandezza e posizione dei bagliori, per determinare come il cervello interpreta queste formazioni, ha detto il direttore dell'Istituto, Rob Shepherd. ''Quando saremo in possesso di queste informazioni uniche, potremo massimizzare la nostra tecnologia man mano che si evolve'', ha aggiunto.

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